Santi e il richiamo del mare: la storia di un pescatore di Cefalù

Santi e il richiamo del mare: la storia di un pescatore di Cefalù
7 Maggio 2025

Negli anni ’60, Cefalù era un piccolo scrigno sul mare, dove le giornate si aprivano con il rumore delle reti calate all’alba e si chiudevano con il profumo del pesce grigliato nelle cucine. Tra i tanti pescatori che animavano il porto, ce n’era uno che tutti conoscevano per il suo passo lento e lo sguardo profondo: Santi. Non era il più giovane né il più forte, ma nessuno leggeva il mare come lui. Dicevano che sapesse capire il vento e indovinare dove sarebbero passati i branchi di acciughe.

Santi era cresciuto a pane e salsedine. Suo padre, e prima ancora suo nonno, avevano solcato quelle acque con la stessa barca di legno azzurra che, ogni giorno, Santi spingeva al largo. Il suo amore per il mare era viscerale, e non aveva mai pensato di fare altro nella vita. Conosceva ogni insenatura della costa, ogni cambiamento d’umore del Tirreno. Quando parlava del mare, lo faceva come se fosse una persona di famiglia.


Era un uomo schivo, di poche parole, ma sapeva raccontare storie incredibili: di tempeste improvvise, di albe così calme da sembrare dipinte, di pesci giganteschi sfuggiti all’ultimo istante. Di sera, sedeva davanti alla sua porta con le mani ancora salate e parlava a mezza voce con i ragazzi del paese. Non c’era romanticismo nei suoi racconti, solo verità, fatica e rispetto per qualcosa di immensamente più grande di lui.


Con il passare degli anni, però, Santi iniziò a sentire il peso di un mestiere che stava cambiando. Le barche diventavano più moderne, le reti più grandi, e la pesca sembrava aver perso un po’ della sua anima. Fu allora che decise, quasi in silenzio, di dare una nuova direzione al suo legame con il mare. Iniziò a lavorare nella lavorazione del pesce, scegliendo un’azienda che rispettava ancora la tradizione, quella fatta di mani esperte e tempi giusti: Pesce Azzurro.


Per Santi non fu un addio alla pesca, ma un modo diverso di continuare a viverla. Ogni giorno, con la stessa cura di quando gettava le reti, sistemava filetti di acciughe, controllava la salatura, assaporava il profumo intenso del pesce appena lavorato. In fondo, diceva, anche così il mare arrivava sulle tavole. E lui, come sempre, faceva la sua parte.


Oggi, chi assaggia quei prodotti non lo sa, ma dietro ogni sapore autentico c’è anche un po’ di Santi. E del suo modo silenzioso, tenace e profondamente umano di amare il mare.